“Si ricorda come ha fatto o cosa ha toccato in particolare?”
I giornalisti, arrivati da ogni parte d’Italia, inciampavano a turno sulla stessa domanda.
E lei, la libraia, rispondeva a tutti nel medesimo modo.
“Io come ho fatto non lo so. Sto coso ogni due per tre cade per terra e si rompe, io ci sfronzolo un po’ e torna a funzionare.”
‘Sto coso’ sarebbe il pos, il robo che si usa solitamente per pagare col bancomat mentre con ‘sfronzolare’ la libraia intendeva l’abitudine di aggiustarlo alla meno peggio, quanto bastava per riaccenderlo nonostante le ammaccature.
“Si ricorda come ci ha sfronzolato l’ultima volta?”
Di andarsene a mani vuote, senza una storia, i giornalisti a questo giro non volevano saperne.
Facevano bene ad insistere perché dopo l’ultima sfronzolata qualcosa di magico nella libreria della città era successo.
“Non ricordo se prima ho spinto sulla levetta o spostato con la forcina la molla dello sportello della carta. Ho messo un pezzo di scotch qui e con questa penna, anzi questa qui, ho ruotato la vite. Tutto qui. Credo. Forse. Cade ogni due per tre, neanche ci faccio più caso quando ci sfronzolo sopra.”
La cosa bella delle storie importanti è che mica servono sempre rulli di tamburi, red carpet o edizioni straordinarie. Alcune di esse si nascondono tra i momenti di distrazione delle nostre giornate.
Il pos della libraia, dopo l’ennesima sfronzolata, era tornato ad accendersi come sempre.
“Connessione stabilita” c’era scritto sul display verde.
“Perfetto” pensò lei.
“Deve esserci un errore” disse il cliente.
“Riproviamoci” rispose la libraia.
Ci riprovarono ma il risultato fu uguale, anche se la storia era diversa. Una storia per ogni striscia di carta sputata dal pos. Nessuna traccia di numeri, totali, subtotali e partite iva. Sulle ricevute della libraia apparivano le storie. Sempre diverse e ogni volta dedicate a chi alle storie non aveva mai smesso di credere.
“Ci sveli il segreto!” implorò un giornalista.
“Ci sfronzolo sopra”, rispose la libraia.
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Autore con la passione per la melanzana fritta e l’ossessione per il tempo.
Mi occupo quotidianamente della scrittura e della realizzazione di contenuti destinati al web e alle TV.
Discreto camminatore, nonostante i piedi un po’ piatti, mi piace molto andarmene in giro per le strade e raccogliere storie. Alcune le scrivo, a volte le fotografo. Credo di essere un Palermitano anomalo: mi emoziona la montagna e mi rilassa molto la frittura. Ho lavorato per il Teatro e
l’intrattenimento dal vivo. Tendenzialmente disordinato, faccio fatica a seguire le serie troppo lunghe, vivo a Piacenza con Silvia e Andrea.