Bar Santino, l’unico della valle per più di trent’anni.
 “Era il mio preferito”, mi racconta Tano.
 “C’era solo quello eh”, gli dico io invitandolo a ragionare. Ma lui tira dritto.
 “Non tanto per il caffè. Da Santino ci andavo per sentirmi vivo. Perché dopo certe notti, di fronte a certi bui, uno non lo sa più come si sente, uno non lo sa se c’è ancora o non c’è più.   E così, quando avevo un po’ di paura, andavo da Santino. 

Non tanto per il caffè. Quanto per dirgli una parola, ma non una qualsiasi.

La prima dopo il silenzio di una notte, dopo il silenzio di un buio. E se lui mi rispondeva – e cascasse il mondo mi ha sempre risposto – allora voleva dire che ero vivo.
Santino oggi non c’è più. Ma dopo certe notti, dopo certi bui, torno qui sopra. Non scherzano proprio silenzi come questi.
Sono bravi a farsi guardare.
Sono bravi a farsi sentire.
Sono bravi a risponderti.
Sono bravi a farti sentire vivo.”

Affezionati, mi raccomando

Affezionati, mi raccomando

“E mi raccomando, affezionati”, insiste Tano a conclusione di un discorso importante e poco prima di un gelato che aspettavamo da tempo. “A chi?”, gli domando io abbastanza confuso. “Al tuo posto mi domanderei a cosa.” “A cosa?” “Alle cose per te."...

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Autore con la passione per la melanzana fritta e l’ossessione per il tempo.
Mi occupo quotidianamente della scrittura e della realizzazione di contenuti destinati al web e alle TV.
Discreto camminatore, nonostante i piedi un po’ piatti, mi piace molto andarmene in giro per le strade e raccogliere storie. Alcune le scrivo, a volte le fotografo. Credo di essere un Palermitano anomalo: mi emoziona la montagna e mi rilassa molto la frittura. Ho lavorato per il Teatro e
l’intrattenimento dal vivo. Tendenzialmente disordinato, faccio fatica a seguire le serie troppo lunghe, vivo a Piacenza con Silvia e Andrea.

Gero Guagliardo

Autore, ioGero